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Per Aspera Ad Veritatem n.18
La New Age

Paul Heelas - Editori Riuniti, Roma, gennaio 1999





Direttore del Centro per lo studio dei valori culturali della Lancaster University e autore di diversi saggi sui nuovi movimenti religiosi, Paul Heelas insegna presso il Dipartimento di studi religiosi della medesima Università.
Il presente saggio, tra i molti presenti sul mercato, si evidenzia per un atteggiamento, certamente più indulgente che allarmista, che non trascura tuttavia una ricca descrizione fenomenologica, lasciando al lettore ampia possibilità di esercitare il proprio giudizio critico. Muovendo dalle fonti storiche e filosofico-religiose della New Age, l'Autore cerca di dipanare l'intricata matassa di gruppi o gruppuscoli che ingrossano le fila del variegato e variopinto mondo "acquariano", evidenziando le linee guida, di fatto unificanti, che ne sono sottese.
Gli elementi che compongono il nocciolo duro dell'insegnamento New Age sono, secondo Heelas, fondamentalmente tre. Il primo è che la vita non è quella che dovrebbe essere a causa del fatto che siamo stati indottrinati da genitori e scuola, per cui le nostre vite non funzionano; il secondo è che bisogna raggiungere la perfezione nella vita, e se ne descrive il significato; l'ultimo consiste nella convinzione secondo la quale vengono offerti i mezzi per potersi procurare la salvezza.
Ne discendono alcuni elementi che l'Autore coglie come caratterizzanti del fenomeno; per primo la perdita dei riferimenti della tradizione ("detradizionalizzazione") che assume la forma di vero e proprio rifiuto di tutto ciò che è considerato tradizione, dogma, codice morale, mentre viene dato ampio risalto a ciò che appare come arcano, esoterico, nascosto. In questi ultimi aspetti, infatti, viene individuata la vera tradizione segreta o interiore. Si afferma la "spiritualità del sé" o dell'"io sono Dio", convinzione di cui bisogna riprendere coscienza attraverso un cammino interiore mediante il quale arrivare ad affermare che ciascuno rappresenta l'unica autorità per se stesso e, attraverso tale consapevolezza, può giungere alla pienezza del suo essere... Dio.
Intorno alla "spiritualità del sé", secondo Heelas, è possibile cogliere due orientamenti estremamente diversi nei loro esiti: uno porta al distacco dal mondo e al rifiuto della modernità capitalista; l'altro, che invece arriva a considerare estremamente importante per la propria realizzazione l'acquisizione della ricchezza, laddove la spiritualità è un mezzo per sperimentare al meglio il mondo esterno. Vi è inoltre, come sempre, una via di mezzo che considera possibile poter ottenere il meglio di entrambi. Per tutti, comunque, è possibile sperimentare il paradiso sulla terra, indipendentemente dalle strategie operative.
Per quanto l'autorità fondamentale sia quella del sé, esistono di fatto quasi sempre autorità esterne alle quali si demanda la propria guida, quali guru, maestri, pianeti, divinità pagane, etc.
La Nuova Era deve arrivare, o arriverà, con la creazione della Nuova Era della Persona, attraverso un progetto educativo totalmente nuovo che modifichi quello vigente, mediante il quale siamo stati indottrinati. Progetto che ci ha fatto perdere l'autenticità e il contatto con il sé (tra i pionieri delle forme controculturali di istruzione si possono annoverare Maria Montessori e Rudolf Steiner). La creazione di una Nuova Era del Mondo passa anche attraverso un ambientalismo che, riprendendo dalle grandi tradizioni religiose orientali o pagane, riaffermi la sacralità della Terra (Gaia) ma realizzi un'ecologia profonda del sé che s'identifichi con la natura, o un ecofemminismo che eluda gli aspetti "patriarcali" della modernità, ed introduca un nuovo modello umano di riferimento, quello "androgino".
Tuttavia, la Nuova Era del Mondo si può realizzare anche attraverso la ricerca della prosperità materiale, da cui il pullulare di corsi di management industriale che facilitino il business, laddove il lavoro è inteso come "carriera sacra" capace di "espandere la propria vitalità". Un esempio concreto di questa nuova religiosità applicata al capitalismo è stata la creazione, nel 1972, della BCCI (Bank of Credit and Commerce International), del finanziere pakistano sufi, Agha Hasan Abedi, fallita poi nel 1991, il cui scopo era quello di "riportare le dimensioni della morale e dell'etica nella vita della gente".
Nell'analisi che l'Autore compie è possibile evidenziare come il "processo di globalizzazione" della New Age, aperto dalla Teosofia (una delle dottrine matrice della New Age sorta nel secolo scorso e considerata la "religione segreta delle classi colte"), abbia permesso il suo stabilizzarsi in un numero considerevole di Paesi - grazie al fatto che si sia legata alla classe professionale medio-alta dei partecipanti - al punto da rendere identica la sua possibilità di offerta da Stoccolma a Singapore. Inoltre, i temi della New Age, a differenza del suo termine Nuova, sono antichi e legati strettamente al processo della "modernità", anche se oggi non è più esclusiva delle élites culturali ma è profondamente inserita nella cultura della "modernità".
D'altra parte la New Age si oppone a molti dei dogmi caratterizzanti l'era moderna, quali la fede nel progresso tramite la scienza; l'applicazione della "ragione" all'organizzazione dei processi sociali e spirituali; la fede nella promessa della cultura consumistica; la perdita della fede religiosa.
Tuttavia, il grande dilemma di fronte al quale si trova continuamente la New Age è quello che emerge dal contrasto tra un individualismo volto all'autosoddisfacimento che ha preso forme volgarizzate e autoindulgenti, e il tentativo di persuadere gli adepti di istanze morali che vanno oltre il sé, diventando, così, "tradizionale" (nel senso di ammettere un'Autorità esterna al sé). Necessariamente, a questo punto, entrano in gioco "autorità adeguate", cioè capaci di conciliare il sé della persona con l'autorità esterna. Ma è proprio in questa fase che emergono tutti i rischi delle sette New Age, laddove "un'autorità adeguata" può far sentire minacciata la "purezza" spirituale dei singoli e del gruppo e, pertanto, trovare una risposta che può portare al suicidio di massa come all'attacco della causa del pericolo. Secondo l'Autore, la struttura stessa del sistema individualistico della New Age dovrebbe mettere al riparo da questi rischi (ma la storia e la cronaca continuano a fornirci, purtroppo, diversi esempi contrari).



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